...Nessun genitore vorrebbe vedere il proprio figlio soffrire e per questo, a volte, diventa difficile capire qual è il confine che separa una presenza che aiuta, da una presenza che invade. Il pregiudizio spesso condiziona i nostri pensieri e ci fa considerare internet e l’uso serrato di computer e telefonini come qualcosa di nocivo, da proibire a priori. Dobbiamo tener conto che i ragazzi di oggi stanno al mondo in un altro modo, non perché sono adolescenti, ma perché hanno un modo di parlare, di leggere e di agire che rivela un modo diverso di apprendere e che non può essere considerato patologico solo perché è a noi incomprensibile...
Cyberbullismo, Mondadori 2014