... Chiunque osservando un figlio cerca anche se stesso, e credo che questo rappresenti un diritto di qualsiasi genitore, soltanto sopravvive dentro di noi la possibilità di meravigliarci di fronte a qualcosa che lui compie e che non ci aspettiamo. Quando un figlio ci meraviglia vuol dire che sta crescendo. Quando un figlio ci preoccupa, qualcosa non sta funzionando e non è detto che dipenda da lui. Del resto conoscerlo non significa essere al corrente di tutti i suoi pensieri, o nascondere il nostro bisogno di essere partecipi alla sua esistenza, ma piuttosto accettare che questa partecipazione rispetti essa pure il suo bisogno di prendere le distanze da noi. E’ proprio qui che, come genitori, abbiamo l’occasione di crescere, finalmente rinunciando all’illusione di fare il mondo a nostra immagine e somiglianza...
Cyberbullismo, Mondadori 2014